capitolo 5

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CAPITOLO 5

 

GLI STRUMENTI DEL CONTROLLO PER LA VALUTAZIONE DEL BUSINESS MOTORI.

 

 

INTRODUZIONE.

 

La valorizzazione di un business, che da attività di portafoglio di una azienda, si evolve ad attività autonoma, deve basarsi sugli strumenti contabili usati normalmente per valutare costi, ricavi e performance.

Le informazioni necessarie alla valorizzazione singola di una business unit non possono essere ricercate nella contabilità ordinaria, che è la somma delle posizioni di ciascuna sottounità, ma devono essere ricercate nei processi di rilevazione extracontabile che permettono la redazione di un bilancio interno e che consente anche l’analisi economica di settore.

In IVECO, (come in tutte le aziende di dimensioni elevate), questa funzione è assolta dal controllo di gestione che ha lo scopo di controllare l’andamento economico delle attività e di fornire informazioni sui costi sostenuti nella fabbricazione dei prodotti.

La presentazione degli strumenti usati in IVECO, unita alle metodologie di valutazione economica fondate sulla creazione del valore, consentono una valorizzazione efficace del business (ad esempio: per analizzare i prezzi di cessione tra le unità è necessario presentare come vengono definiti i costi di prodotto e standard in IVECO; per definire un ricavo bisogna definire un piano di vendite nato dal piano strategico).

Ai fini dell’analisi di business non prenderemo perciò in considerazione tutti gli aspetti del controllo IVECO ma presenteremo gli strumenti che, facendone parte, permettono la quantificazione economica del business dei motori.

Anche il passaggio al mercato dovrà essere supportato dalla evoluzione del controllo che, evolvendosi, dovrà essere in grado di fornire le informazioni necessarie alla composizione dello stato patrimoniale e del conto economico della E.B.U.

Il sistema informativo aziendale è l’insieme dei processi di rilevazione dei dati e dei relativi output che alimentano i processi di comunicazione e decisione; i sottosistemi principali sono:

-          la Contabilità Generale ed Analitica;

-          il Budget;

-                     i rendiconto di controllo.

 

che costituiscono il sistema informativo di controllo gestionale.

La descrizione di ognuno degli elementi sopra citati non è necessaria: si presenteranno solo quelli utili al processo di valutazione economica.


5.1  IL COSTO DI PRODOTTO: aspetti generali.

 

La conoscenza e la valutazione delle scelte manageriale passa attraverso la valorizzazione dei costi sostenuti per intraprenderle.

Il costo del prodotto è quindi uno strumento fondamentale del sistema di controllo per aumentare la competitività del business: il miglioramento della efficienza interna permette di creare valore diminuendo i costi sostenuti.

Il costo del prodotto indica una configurazione in cui, oltre alle voci di costo diretto sono presenti alcune voci di tipo indiretto. La maggior parte delle aziende adotta un costo di prodotto comprendente elementi diretti e quote di spese generali industriali (sono poche quelle che vi fanno rientrare anche la quota di spese diverse dalle generali (spese generali amministrative , commerciali fisse, ...).

La composizione del costo di prodotto è quindi una scelta aziendale, con il fine di risaltare certe informazioni per la gestione e per il controllo delle performance. Si definisce come:

 

COSTO PROD industriale    =

 

 


costo delle materie prime +  costo di trasformazione industriale

 

 

MDO  DIRETTA

MDO INDIRETTA

MAT. AUSILIARI

STIPENDI TECNICI

ENERGIAELETTRICA

AMMORTAMENTI

 
 

 

 

 

 

 


La configurazione del costo del prodotto si basa quindi sulla suddivisione dell’azienda in centri di costo elementari (insieme omogeneo d’attività) attraverso i quali si possono ribaltare i costi (per certi volumi produttivi in un certo periodo) ai prodotti che li hanno generati.

La scelta della configurazione di costo è legata agli scopi operativi perseguiti: per alcune finalità è sufficiente ragionare sui costi parziali (es. variabili) per altre è opportuno disporre d’informazioni sui costi complessivi.

In relazione alla configurazione del costo del prodotto la prassi aziendale distingue tra due diversi tipi di contabilità:

 

1.   il direct costing o contabilità a costi variabili: ai prodotti vengono imputati solo i costi variabili mentre i costi fissi sono considerati di competenza del periodo esaminato; le rimanenze di magazzino vengono valutate a costi variabili ; si definisce cosi il margine lordo di contribuzione cioè il risultato economico con cui il prodotto contribuisce alla copertura dei costi fissi a all’ottenimento del profitto aziendale;

2.  il full costing industriale o contabilità a costi industriali: la configurazione di costo è di tipo industriale , ad ogni prodotto  non vengono imputati i soli costi non industriali (amministrativi, commerciali, ...); perciò le rimanenze di magazzino vengono valutate ad un costo che comprende anche quote di costi fissi che vengono cosi rinviati agli esercizi successivi; si definisce cosi lo utile lordo industriale cioè il risultato economico con cui il prodotto contribuisce alla copertura dei costi industriali (variabili, fissi, diretti, indiretti).

 

La tipologia usata in IVECO è quella del full costing con l’imputazione di tutti i costi di natura industriale (materiali e valore aggiunto).


5.2  IL COSTO DEL PRODOTTO IN IVECO (FACTORY

       COST).

 

La struttura del costo che viene configurata in IVECO è la seguente:

 

MATERIALI DIRETTI

+ MDO DIRETTA

+ ALTRI COSTI PRODUZIONE

COSTO VARIABILE DI PRODUZIONE

+ COSTI FISSI DI PRODUZIONE

+ COSTI SERVIZI

+ AMMORTAMENTI

 

COSTO DEL PRODOTTO

 

 

 

La configurazione è quindi quella di un costo pieno di fabbricazione detto factory cost, che tiene conto della struttura in centri di responsabilità:

 

o       il materiale diretto consumato (si tiene conto degli sfridi) per la realizzazione del prodotto;

o       i costi diretti ed indiretti dei centri di costo elementari di produzione;

o       i costi dei centri funzionali di produzione.

 

L’IVECO ha quindi scelto una configurazione che non comprende, in accordo con la prassi, tutti i costi di natura non industriale come i costi delle strutture centrali, delle funzioni Acquisti, gli oneri finanziari, i costi di garanzia, i costi per la progettazione dei nuovi prodotti ed i costi ad essi legati. L’esclusione di voci di costo imputabili al prodotto ma amministrati centralmente (costi di innovazione prodotto, di R. e S., costi di logistica, etc...) incide per il 2 % non cambiando in modo significativo il costo dello stesso.

La configurazione adottata in IVECO è tesa alla definizione di costi obiettivi per l’area produttiva.

 

5.3  IL COSTO STANDARD: aspetti generali.

 

Il costo standard è uno strumento indispensabile per il sistema di controllo di gestione, per la valorizzazione del budget di produzione e per il trasferimento dei prodotti allo interno di aziende complesse e strutturate in unita competitive.

I costi standard hanno le seguenti caratteristiche:

 

·      sono predeterminati in modo rigoroso e si basano su ipotesi future di svolgimento della gestione;

·      definiscono chiaramente le condizioni operative standard e sono perciò applicabili a produzioni di serie ;

·      pongono gli obiettivi da raggiungere per soddisfare certi livelli di performance economiche imposte dalla pianificazione strategica.

 

Il costo standard di un prodotto è dato dalla sommatoria dei costi standard delle singole fasi di lavorazione ottenute moltiplicando la quantità standard di consumo dei fattori produttivi per il costo unitario standard associato:

 

c c=  costo standard del fattore produttivo riferito ad 1 unità di prodotto;

s = quanta risorsa è necessaria per ottenere 1unità di prodotto;

p= prezzo per acquisire 1 unità della risorsa;

 

 
 

         c = s x  p 

 

 

Le componenti del costo standard sono degli obiettivi che bisogna raggiungere per ottenere le prestazioni volute e rappresentano rispettivamente l’efficienza interna d’utilizzo delle risorse e la capacità d’acquisizione delle risorse a condizioni economiche.

Il costo standard rimane invariato per tutto l’esercizio di budget. Il passaggio ai valori consuntivi in IVECO è ottenuto con la definizione delle varianti.

 

5.4  IL COSTO STANDARD IN IVECO.

 

Il sistema di controllo di gestione IVECO utilizza i costi standard di produzione S.F.C. (Standard Factory Cost).

Lo S.F.C. viene elaborato con gli elementi e gli obiettivi determinati tramite il processo del Budget. Esso ha le funzioni di valorizzazione degli interscambi dei prodotti tra gli stabilimenti IVECO, di riferimento nella misurazione della performance della Gestione e di valutazione della redditività delle vendite.

La configurazione dello S.F.C. comprende:

 

·      i costi diretti ed indiretti di stabilimento;

·      i costi di struttura dello stabilimento.

 

 Non sono invece comprese le seguenti componenti:

 

·      gli oneri finanziari ;

·      i costi delle strutture centrali;

·      i costi delle funzioni Acquisti;

·      i costi di Garanzia;

·      la obsolescenza degli stock;

·      tutte le voci inerenti l’avviamento di prodotti innovativi e le ristrutturazioni e trasferimenti di lavorazioni.

 

 

 

 

 

 

La struttura del costo è la seguente:

 

 

S.F.C.

Mat.Diretti

MDO diretta

Grezzi (20%)

MDO indiretta

Componenti Finiti (80%)

costi STAFF

 

costi ausiliari

 

Manutenzioni

 

Altre spese / servizi

 

Ammortamenti

( 70 % )

( 30 % )

 

Il metodo d’elaborazione del costo standard si basa:

 

-         sulla struttura tecnica del prodotto: il documento di riferimento è la distinta base di produzione in vigore al 31/5 dell’anno precedente a quello di budget, indicante il fabbisogno di materiale ed i tempi di lavorazione per ogni componente e per centro di costo; insieme ai cicli di lavorazione, ai tempi ed alla capacità produttiva del centro di costo definiscono le quantità fisiche di risorse necessarie per ottenere un’unità di prodotto;

-         sulla valorizzazione del prodotto che viene scomposta nelle seguenti componenti:

 

a)    materiali diretti: il valore standard corrisponde al costo medio previsto nello anno di budget tenendo conto del prezzo di  acquisto medio , in presenza di più fornitori, al 31/5 rivalutati con tasso di inflazione concordato con la funzione Acquisti; si considerano inoltre le spese accessorie di acquisto e la presenza di sfridi.

b)    tempi di lavorazione: sono determinati riferendosi ai cicli di lavorazione e ai tempi unitari di trasformazione al 31/5 dell’anno precedente che vengono ricondotti a tempi medi di budget;

c)    tasso orario per centro di costo : è il coefficiente con cui viene valorizzata la MDO diretta ;

d)    ammortamenti: vengono effettuati con aliquote gestionali, basate sulla vita utile del bene con tecnica di ammortamento continuo.

 

L’assorbimento dei costi fissi dello stabilimento prevede la divisione in due categorie:

 

1.    i costi fissi dei centri di costo di produzione, con l’esclusione degli ammortamenti e dei costi dei centri funzionali dello stabilimento, i quali sono totalmente inglobati nei costi di prodotto;

2.    l’ammortamento e i costi dei fabbricati i quali vengono assorbiti dal costo del prodotto non nella loro interezza ma allo 80 %, per tenere conto dello scostamento tra la capacità produttiva installata e quella che poi si realizza praticamente.

 

L'attività considerata normale è composta di:

- un numero di giorni di funzionamento del centro di costo pari a 365 meno ferie, festività, sabati e domeniche;

- un numero di turni al giorno calcolati in base alle ore che formano un turno;

- un numero d’addetti che lavorano direttamente nel centro di costo.

Essa è usata per calcolare la tariffa con cui attribuire le spese fisse del centro di costo ai diversi prodotti:               

 

tariffa =--------------------------------------

 
                                

                                         Totale Costi Fissi del centro

ore dirette in attività normale

 

L’uso dell’attività normale al denominatore permette un confronto di costo e perciò di redditività, indipendente dal livello di attività previsto per l’anno di budget. Eventuali inefficienze produttive vengono così responsabilizzate sul centro di costo non ribaltandole sul prodotto.

 

5.4.1  LA PROCEDURA DEL CALCOLO DEI COSTI

          STANDARD IN IVECO.

 

La procedura per il calcolo dei costi standard dei prodotti, viene avviata ad inizio giugno con la definizione dell’elenco dei prodotti da utilizzare per la elaborazione del budget.

Tale attività, che si conclude a fine giugno, vede coinvolti i controllers degli delle business unit, degli stabilimenti e dei mercati.

Le tempistiche di elaborazione degli SFC sono armonizzate con quelle di elaborazione del budget; i costi standard, che seguono una procedura di valorizzazione parallela a quella del budget ma con utilizzo delle stesse informazioni, vengono utilizzati alla fine del processo per la valorizzazione dei ricavi delle business unit (Net Sales interni e di terzi), delle variazioni di giacenza del magazzino prodotti, e del costo del venduto (Cost Of Good Sales) e quindi della redditività di prodotto e perciò di business unit.

Questa fase sarà utilizzata nei prossimi capitoli supponendo tipologie diverse di prezzi di trasferimento e preso atto della strategia dell’E.B.U.

 

Gli archivi dei prezzi di acquisto, i tempi di lavorazione, la distinta base di produzione ed i cicli di lavorazione vengono aggiornati entro la fine di maggio; in tal modo alla data del 31/5/n-1 la documentazione tecnica di base è aggiornata (standards tecnici) è permette la valorizzazione del costo di prodotto.

Altri dati che vengono usati sono le percentuali di inflazionamento del costo dei materiali diretti e le tariffe orarie dei centri di costo (uomo e macchina). Di conseguenza i costi standards dei prodotti sono calcolati utilizzando i tempi a ciclo (tempi uomo e macchina) e le relative tariffe orarie.

I centri macchina individuano aree tecnologicamente omogenee, caratterizzati da un alto livello di automazione ed indipendenza del fattore produttivo umano, con una produzione dettata dalla linea produttiva.

I centri uomo, individuano aree caratterizzate da alte componenti di mano d’opera diretta. La distinzione tra centro uomo e centro macchina consente di valorizzare economicamente le performances degli impianti produttivi e dei relativi costi migliorando il controllo di gestione.

Ai fini del lavoro è invece necessario mettere in risalto come loro consentano di calcolare in modo più corretto il costo del prodotto migliorando la qualità dell’informazione associata. Il centro macchina ed il centro uomo individuano l’unità minima di rivelazione dei costi per la valorizzazione del costo di prodotto.

Da un punto di vista gestionale (come si vedrà nel prossimo capitolo) usare questi valori per valorizzare gli scambi non consente però il riconoscimento dei meriti dell’ENGINE BUSINESS UNIT.

 

Man mano che si allarga il livello di analisi (centri di responsabilità, linee, stabilimenti etc…) i costi vengono aggregati per definire budget intermedi con obiettivi e controlli di performances specifici.

Quest’aspetto non viene presentato perché sebbene indispensabili per il controllo di gestione non è utile ai fini della valorizzazione economica del business.

 

 

 

5.4.2  OVERHEADS E ALLOCATIONS.

 

Sono rappresentati dai costi di struttura e dagli oneri e proventi operativi, sono classificabili per natura in Ricerca e Sviluppo, Commerciali ed Amministrativi, oppure in relazione al rapporto con i prodotti, identificando i costi specifici e quelli generici di funzionamento o di periodo.

I costi, gli oneri ed i proventi specifici devono essere attribuiti direttamente ai prodotti cui si riferiscono, mentre quelli generici devono essere attribuiti con criterio convenzionale, individuando i driver di attribuzione, vale a dire i fenomeni quantitativi che permettono la ripartizione (ad es. il fatturato, le unita vendute e trasferite, etc…).

 

5.5  IL BUDGET: aspetti generali.

 

Il processo d’elaborazione del budget rappresenta la fase di collegamento tra le strategie che la direzione aziendale (intesa prima come IVECO e poi come ENGINE BUSINESS UNIT) ha espresso con il piano strategico ed i risultati conseguiti dallo svolgimento del ciclo produttivo e distributivo.

Ciò si traduce in azioni che vengono messe in programma all’interno della struttura organizzativa ai vari livelli di responsabilità e delega per realizzare i risultati attesi.

La elaborazione del budget si riferisce a tutte le attività svolte dai diversi soggetti dell’organizzazione: dalle attività principali che costituiscono il ciclo produttivo e distributivo e dalle attività svolte dalle strutture centrali (R&D, Amministrazione, etc…).

La prima fase del processo d’elaborazione del Budget, che permette anche la valorizzazione di un’attività, è la stesura del piano integrato delle vendite, produzione e scorte che poi diventano il riferimento per i budget di produzione e commerciale.

Il piano operativo delle vendite consiste nella previsione, su base annuale e mensile, dei volumi di vendita articolati per prodotto e mercato. Il piano delle vendite è soggetto ai vincoli produttivi dati dalla capacità produttiva disponibile e dal piano delle scorte secondo la formula:

 

Rim.iniziali + volumi di produzione = volumi di vendita + Rim. Finali

 

Tale uguaglianza deve essere verificata per ogni prodotto, per tenere conto di situazioni particolari (cessazione di un prodotto, lancio di una nuova gamma, etc…).

 

5.6       ELEMENTI DEL BUDGET IN IVECO.

 

Il piano delle vendite articolato per prodotto di business unit, viene elaborato sulla base di previsioni che tengono conto dell’andamento della domanda per l’anno di budget e della crescita del mercato (analisi competitiva). Tali previsioni si basano sullo studio dell’andamento economico dei mercati in cui la business unit opera, con riferimenti particolari all’andamento dei settori specifici che sono interessati all’oggetto di business (nel nostro caso il motore).

La definizione delle strategie di Divisione è ottenuta da un’analisi di trend settoriale, il quale applica all’azienda la proiezione di crescita riferita al settore d’appartenenza. Ciò presuppone per l’azienda un tasso di crescita pari almeno a quello dei principali concorrenti, ma focalizzandolo, permette di stimare anche le opportunità derivanti da situazioni particolari. I risultati dell’analisi vengono proposti indicando le azioni da perseguire per l’evoluzione del business cui vengono affiancate le previsioni di volumi e fatturato ad inizio e fine periodo.

Viene analizzata la situazione relativa all’anno in corso in termini di volumi di vendita e quote di mercato con il confronto nei riguardi della concorrenza; viene analizzato l’andamento dei prezzi tenendo conto della strategia che riguarda i listini commerciai e gli sconti (nel caso dell’E.B.U. per quanto riguarda i motori venduti all’esterno; la quota trasferita internamente è soggetta alle problematiche del trasferimento prezzo analizzate nel capitolo successivo).

 

Il valore dei ricavi si basa sui volumi di vendita che vengono valorizzati con i prezzi di listino e con il prezzo di trasferimento. La proposta di riposizionamento dei prezzi e degli sconti (per prodotto, canale di vendita e volumi di acquisto del cliente) viene elaborata entro il mese di luglio.

Il fatturato netto risultante alimenta il conto economico di budget per business unit e costituisce la base per la determinazione dei flussi di cassa.

 

Il costo del venduto (Cost Of Good Sales) standard è ottenuto moltiplicando il costo standard dei singoli prodotti per i volumi di vendita: in una prima fase il valore viene valorizzato con i costi std dell’anno precedente maggiorati di una percentuale stimata di variazione.

In tal modo il risultato di budget, in termini di margine lordo e di risultato gestionale è sufficientemente attendibile.

I costi variabili di produzione, materiali, manodopera e spese vengono imputati ai prodotti in relazione ai volumi; i costi di vendita e distribuzione, trasporto, imballo, assicurazione sono stimati in funzione del luogo di produzione e dei mercati di vendita. Gli esborsi per garanzia e assistenza al cliente, nonostante si manifestino successivamente alla vendita, devono essere stimati ed imputati come costo di esercizio dell’anno n cui è stata contabilizzata la vendita (principio di competenza). La stima deve essere coerente con i volumi previsti ed è oggetto del controllo di congruità periodico rispetto ai consuntivi.

 

Il margine lordo (Actual Gross Profit) è calcolato come differenza tra il fatturato netto ed i costi standard del venduto compresi quelli variabili commerciali (formati dai costi di garanzia sui prodotti).

L’analisi del margine lordo in valore assoluto e percentuale permette di conoscere in quale misura i singoli prodotti contribuiscono alla redditività aziendale. Il valore percentuale consente di valutare la maggiore o minore redditività di un prodotto rispetto agli altri ed alla redditività media di business. Il valore assoluto fornisce la misura della contribuzione di un prodotto sull’utile; indica in quale misura vengono coperti i costi fissi propri di business unit e con il residuo quelli fissi centrali e determinare l’utile aziendale.


5.7  EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO PER LE

       BUSINESS UNIT.

 

Il cambiamento organizzativo delle business unit (presentato in precedenza) ha comportato variazioni nei ruoli, nelle responsabilità e influisce sulla struttura del sistema informativo. Le business unit costituiscono un modello di organizzazione per processo e prodotto che nato per agire trasversalmente rispetto all’organizzazione funzionale è teso alla completa autonomia (per l’ENGINE BUSINESS UNIT).

Dal punto di vista informativo gestionale, l’andamento della gestione ed i risultati economici prevedono l’elaborazione delle situazioni per l’area commerciale (con redditività per divisione), industriale e riepilogativa per l’attività di ogni business unit.

Il C/E della B.U. in forma extracontabile ha la seguente struttura:

 

Ricavi vs Terzi                                                                     ………..

Ricavi inter B.U.                                                                  ………..

Totale Ricavi                                                                     ………..

Costi del venduto (COGS)                                                 ………..

COGS inter B.U.                                                                 ………..

Totale COGS                                                                     ………...

Costi commerciali (VCE)                                              …………

A.G.P.                                                                                  . ……….       

Overheads di B.U.                                                               …………

-   produzione

-   commerciali

-   R&D

-   G&A

Overheads per prestazioni e servizi                                   ………..

Risultato Operativo                                                          ………..                               

Dal risultato gestionale si ottiene il risultato netto considerando la quota di oneri finanziari impliciti riferiti al capitale investito nella B.U. specifica; la creazione di una legal entity per la ENGINE BUSINESS UNIT dovrà portare alla valutazione degli oneri finanziari relativi all’attivo fisso del business.

La possibilità di attribuire il mercato dei ricambi alla b.u. (mercato ad alta redditività) dovrà figurare nel risultato andando ad incrementare le voci sopra esposte.

 

La presenza della voce Net Sales inter b.u. mette in evidenza come la definizione dei prezzi di trasferimento inter b.u., una volta definito il piano di crescita verso l’esterno che valorizza il ricavo esterno, diventi fondamentale per una corretta valutazione economica dell’E.B.U.

La nascita di un centro autonomo deve portare all’attribuzione all’E.B.U. degli elementi patrimoniali di competenza quali: gli investimenti in attivo fisso, le scorte dei semilavorati e prodotti finiti, i crediti ed i debiti, con lo scopo di fornire una visione più completa del business ed una migliore valutazione dei risultati. La quantificazione del capitale investito nell’E.B.U. richiederà notevoli sforzi e la rilevazione di voci per ora di competenza dell’ente centrale come i crediti e debiti intercompany stabilendo termini di pagamento convenzionali.

Gli investimenti in scorte ed attivo fisso riconducibili a unità operative che operino per più business unit, potranno essere valorizzati con il criterio della prevalenza: la determinazione del capitale investito netto per le singole unità consentirà la misura delle prestazioni in termini di redditività sul capitale investito netto.

 

 

 

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